Iniziamo da una domanda: Fertilizzare è necessario?
Questo articolo non è un incitamento alla fertilizzazione. Un acquario senza fertilizzazione può essere molto gradevole. Ovviamente ad ogni approccio conseguono risultati diversi. Ad esempio se non abbiamo un complesso di luci potenti, CO2, e fertilizzazione non possiamo pensare di avere il pratino in acquario. Insomma dobbiamo essere realistici e non demoralizzarci perché non possiamo ottenere l’impossibile, valutiamo cosa desideriamo e quali sono i mezzi a nostra disposizione per cercare il giusto compromesso.
In questo articolo cercheremo di imparare come avere un acquario pulito ed esteticamente gradevole grazie alle piante.
Per fare ciò dobbiamo partire dalla spiegazione di alcune tematiche che bisogna capire, come i valori ideali in acquario e come aiutare le piante nel rispetto dei pesci.
In seguito approfondiremo tre possibilità:
- la non fertilizzazione
- la fertilizzazione blanda
- la fertilizzazione spinta
Ma prima di parlare di fertilizzazione vediamo quali sono gli aspetti che bisogna apprendere.
Quali sono i valori dell’acquario da conoscere
I valori ottimali di un acquario di acqua dolce sono molteplici, anche se in realtà spesso ci basta gestirne soltanto alcuni. Bisogna però conoscerli tutti anche se soltanto a grandi linee. Vediamo come gestire tutto in maniera semplice.
Puoi approfondire questi valori nell’articolo sui Valori ideali dell’acquario d’acqua dolce per i pesci mentre in questo articolo parlerò solo degli aspetti che sono legati alle piante.
- Temperatura
- pH (acidità dell’acqua)
- KH (La spiegazione di cosa sia non ci interessa, quello che ci interessa è che il KH influenza il pH)
- Acidificanti naturali
- CO2 (anidride carbonica)
- GH (Semplificando ci da la somma di Calcio e Magnesio, e qualche altro minerale che possiamo considerare trascurabile)
- Conducibilità (sostanze disciolte in acqua, non ci dice quali sostanze ma ci permette di capire se queste sono in quantità elevata o meno, e se sono aumentate o diminuite nel tempo)
- Acqua d’osmosi
- Nitrati (sostanza potenzialmente tossica per i pesci)
- Fosfati (sostanza potenzialmente tossica per i pesci)
- Lumen (quantità di luce erogata dalle nostre lampade)
- Fondo dell’acquario
La temperatura per le piante
La temperatura per le piante in un acquario tenuto in appartamento (dove le temperature invernali non scendono troppo) non è un aspetto particolarmente interessante. Evitiamo comunque temperature troppo alte se possibile.
Il pH e le piante d’acquario
Per modificare il pH, ci basta sapere che esso è influenzato da due fattori, il KH e gli acidificanti (come CO2 ed acidificanti naturali). Il pH indica l’acidità dell’acqua. Indicativamente senza fare modifiche ai valori chimici il pH che possiamo aspettarci è circa 7,5 e corrisponde ad una conducibilità elevata. In questa situazione non ci servono luci potenti e possiamo mirare ad una fertilizzazione blanda o anche evitare totalmente la fertilizzazione.
Se invece vogliamo qualcosa di più dovremo far scendere il pH a circa 6.5-7, vediamo come fare con i prossimi approfondimenti.
Il KH e le piante
KH (La spiegazione di cosa sia non ci interessa ora, quello che ci interessa è che il KH influenza il pH), vediamo come.
Un KH alto blocca i valori del pH che non può quindi variare eccessivamente e possiamo aspettarci un pH che varia tra 7.5 ed 8. In questo caso gli acidificanti sono poco influenti e li sconsiglio.
Un KH tra 4 e 8 ci permette buoni cambiamenti di pH con la CO2 e per le piante è un valore ideale e possiamo anche valutare una fertilizzazione spinta.
Senza CO2 con un KH circa 4 possiamo sperare in un pH tra 7 e possiamo quindi puntare ad una fertilizzazione blanda o assente.
Un KH 3 o 4 comincia ad essere leggermente più difficile da gestire, in questa situazione gli acidificanti la fanno da padrone e possono facilmente modificare il pH. Cambiamenti troppo repentini e sbalzi di pH sono dannosi per piante e pesci quindi con un KH inferiore a 4 bisogna evitare la CO2
Gli acidificanti naturali
Foglie di catappa, di castagno, ed altri acidificanti naturali scuriscono l’acqua rendendo le luci meno efficaci. Questo non è l’ideale per le piante ma possiamo comunque scegliere piante facili senza fertilizzazione. Soprattutto se vogliamo simulare ambienti naturali. Evitiamo invece fertilizzazione spinta.
La CO2 in acquario
La CO2 è uno dei nutrimenti essenziali per le piante, ma ricordiamoci che stiamo parlando di diossido di carbonio, conosciuta da tutti in quanto legata alle problematiche dell’inquinamento atmosferico, ma anche pericoloso per la salute se respirato in dosi elevate. Il diossido di carbonio (CO2) riduce la capacità del sangue dei pesci di trasportare ossigeno con conseguenze anche letali. Una prolungata esposizione ad elevate concentrazioni di CO2 può causare danni irreversibili agli organi interni.
Normalmente la CO2 si forma in acquario naturalmente, a causa della respirazione dei pesci (più pesci ci sono e maggiore è la CO2 presente) e a causa di altri processi biologici o chimici.
In un acquario senza fertilizzazione o con una fertilizzazione blanda non è necessario aggiungere CO2, ma potremmo comunque erogarne una piccolissima quantità per integrarla.
Secondo Tropica (nota ditta produttrice di piante per acquario) le piante facili hanno bisogno di una quantità bassa di CO2 (circa 3-4 mg/litro), le piante di media difficoltà hanno bisogno di una quantità media di CO2 (circa 5-14 mg/litro), le piante difficili hanno bisogno di una quantità elevata di CO2 (circa 15-25 mg/litro).
Detto ciò potremmo considerare una quantità di CO2 di 10-15 mg/litro un buon compromesso in presenza di pesci. Mentre in un acquario senza pesci dove non rischiamo di causare sofferenza agli esseri viventi possiamo pensare di arrivare a 20-25 mg/litro di CO2 e divertirci con piante difficili ed una fertilizzazione molto spinta.
Come si misura e si eroga la CO2
Ecco la tabella per la lettura della CO2, basta misurare i valori di KH e pH e confrontarli nella tabella per avere il nostro risultato. Questa tabella è stata rivisitata da me inserendo i dati di ricercatori affermati che hanno studiato l’effetto della CO2 sulla salute dei pesci.
Facciamo fede alla tabella, utilizzando le bolle del conta-bolle soltanto per capire se stiamo aumentando o diminuendo, mentre la tabella deve rimanere il nostro punto di riferimento finale per sapere quanta CO2 eroghiamo e stabilire come dobbiamo modificarne l’erogazione.
Un impianto professionale con bombola ricaricabile e riduttore di pressione permette di risparmiare e recuperare in un paio d’anni il costo rispetto ad altri impianti. Con un impianto professionale riusciamo ad erogare in modo costante sempre la stessa quantità di CO2, il costo è solo iniziale perché le ricariche costano pochi euro ogni 1-2 anni. Puoi approfondire la tematica sulla CO2 nell’articolo che spiega i valori dell’acquario.

Il GH e le piante
A livello di fertilizzazione il GH solitamente è circa 8 ma può variare leggermente. Utilizziamo acqua osmotica per abbassarne il valore qualora sia troppo elevato.
Conducibilità elettrica
La conducibilità elettrica (EC) ci indica indirettamente la quantità totale delle sostanze in acqua senza dirci quali siano queste sostanze e in che proporzione. Viene misurata in microsiemens (simbolo µS/cm). La misurazione avviene attraverso uno strumento chiamato conduttivimetro.
Per le piante il valore medio ideale è di circa 400 µS/cm (microsiemens). Per ottenere il giusto valore dobbiamo mescolare acqua osmotica (che ha conducibilità di circa 5-10 µS/cm) con acqua di rete.
Nitrati e Fosfati
Nitrati e fosfati sono sostanze nutrienti per le piante ma tossiche per i pesci, quindi bisogna regolarne la presenza con accuratezza.
Consideriamo anche che spesso l’acqua di rete è ricca di fosfato e questo comporta che si deve provvedere a ridurlo perché le piante non riescono ad assorbirlo tutto. I valori ideali di nitrato sono circa 5mg/l e di fosfato di circa 0,5mg/l.
Il fondo dell’acquario
Il fondo dell’acquario deve essere adeguato per le piante, Esistono i fondi allofani che però si sfaldano facilmente e quindi hanno una durata relativamente breve, inoltre necessitano di una buona comprensione della chimica per evitare di causare sbilanciamenti nei valori. Se non ne sapete abbastanza meglio evitarli, non saranno i consigli altrui a farci evitare errori talvolta irreversibili.
Il fondo di sabbia fine non è molto frequente e spesso lo si utilizza in acquari amazzonici senza piante radicate sul fondo (quindi con piante galleggianti e piante epifite); in tal caso bisogna utilizzarne uno strato di un paio di cm o poco più. Per strati più spessi possiamo abbinarlo a Cryptocoryne o Echinodorus che con le loro radici ossigenano sil substrato limitando al minimo le zone anossiche. Possiamo aiutare queste piante con Fluorish tabs Seachem.
Se la sabbia fine non fa per noi possiamo utilizzare della sabbia normale (granelli da 1-2 mm) possibilmente arrotondati e non spigolosi. Possiamo abbinare tranquillamente un fondo fertile anche in questo caso, anzi sicuramente il fondo fertile ci farà ottenere ottimi risultati. Ci sono però anche teorie sull’utilizzo delle Seachem Fluorish tabs al posto del fondo fertile che dovrebbero ottenere migliori risultati (mi resta un dubbio sui primi 1-2 mesi ma mi ripropongo di sperimentare e riferirvi i risultati).
Purtroppo in negozio la sabbia (o ghiaia) viene spesso fornita in granuli da 2-3 mm o superiori che non funziona molto bene perché rende difficoltosa la crescita delle radici. Inoltre spesso questi granuli (come nel caso del ghiaietto ceramizzato) sono anche spigolosi e lacerano le radici.
La non fertilizzazione
Molte persone scelgono di non fertilizzare, le piante possono crescere ugualmente bene se utilizziamo specie come Vallisneria, Cryprocoryne, Limnophyla sessiliflora, Najas guadalupensis, Ceratophyllum ed altre ancora.
Luce di circa 20-30 lumen/litro va più che bene.
La CO2 viene fornita dalla respirazione dei pesci, i nutrienti arrivano dalle feci dei pesci (soprattutto in concomitanza con l’utilizzo di mangimi di alta qualità) e dai cambi d’acqua.
Nitrati e fosfati devono essere prossimi allo zero.
Anche se la definisco “non fertilizzazione” ritengo che le fluorish tabs della seachem ogni 4-6 mesi possano essere un ottimo aiuto per le piante che non creano problemi ai pesci.
Effettuare almeno un cambio d’acqua mensile in concomitanza con una aspirazione dei fanghi dal fondo; se nitrati e fosfati aumentano bisogna aumentare la frequenza dei cambi d’acqua ed eventualmente ridurre il numero dei pesci (sempre cambi del 30% e nei casi peggiori del 50%).
La conducibilità ideale è 400 µS/cm ma con pesci che tollerano acqua più dura possiamo arrivare anche a 600-700 µS/cm
La non fertilizzazione è anche la soluzione più semplice per chi vuole ricreare dei biotopi naturali dove cerchiamo di ottenere valori (soprattutto la conducibilità) ideale per pesci che hanno bisogno di valori non standard. Permette ugualmente di ottenere acquari molto belli.
La fertilizzazione blanda
- Utilizziamo un fertilizzante base di marca medio buona (Io consiglio Seachem Fluorish)
- Luce di circa 30 lumen/litro
- Conducibilità circa 400 µS/cm
- Utilizzo di CO2 molto moderato, o in alternativa Seachem Fluorish Excell (Il Fluorish excell non è altro che un disinfettante, anche se indirettamente fornisce carbonio alle piante come la CO2. Quindi non bisogna esagerare, anzi un dosaggio dimezzato va più che bene.
- In caso di alghe il Fluorish Excell può essere spruzzato direttamente sulle alghe con una siringa ogni qual volta che ne è previsto l’utilizzo nel nostro acquario, senza però aumentarne il dosaggio.
- Aggiungiamo fluorish tabs seachem ogni 4 mesi
- Evitiamo pratino e piante rosse che necessitano di fertilizzazione spinta.
La fertilizzazione spinta
- Luce di circa 40-60 lumen/litro
- Conducibilità circa 400 µS/cm
- Eroghiamo 10-15 mg/litro di CO2 e in assenza di pesci possiamo arrivare anche a 25 mg/litro.
- Aggiungiamo fuorish tabs seachem ogni 3 mesi
- Dosiamo potassio 2-3 volte a settimana (seachem)
- Dosiamo ferro 1 volta ogni 15 giorni (seachem)
- Dosiamo nitrato di potassio seachem ogni 15 giorni (a 7 giorni di distanza dal ferro) fino ad ottenere un massimo di 5 mg/l in vasca
- Dosiamo fosfato di potassio seachem ogni 15 giorni (a 7 giorni di distanza dal ferro) fino ad ottenere un massimo di 0,5 mg/l in vasca
- Utilizziamo Fluorish excell in piccole quantità soltanto se abbiamo problemi di alghe, spruzzando con una siringa direttamente sulle alghe. Altrimenti possiamo evitarlo.