Come fertilizzare le piante in acquario

Vediamo insieme quali parametri bisogna conoscere e tenere sotto controllo per fertilizzare le piante del nostro acquario, per completezza approfondiremo tre possibilità:

  • la fertilizzazione spinta
  • la fertilizzazione blanda
  • la non fertilizzazione
  • Acquario al buio

Basta ricordarci che ad ogni approccio conseguono risultati diversi. Ad esempio se non abbiamo un complesso di luci potenti, CO2, e una buona fertilizzazione non possiamo pensare di avere il classico pratino in acquario. Insomma dobbiamo essere realistici e non demoralizzarci perché non possiamo ottenere l’impossibile, valutiamo cosa desideriamo e quali sono i mezzi a nostra disposizione per cercare il giusto compromesso.

Per fare ciò dobbiamo partire dalla spiegazione di alcuni aspetti, ovvero i valori ideali in acquario che tratterò in modo più approfondito in un altro articolo dove accennerò anche alle esigenze dei pesci.

Quali sono i valori dell’acquario da conoscere per favorire le piante

  • Temperatura
  • pH (acidità dell’acqua)
  • KH (La spiegazione di cosa sia non ci interessa, quello che ci interessa è che il KH influenza il pH)
  • Acidificanti naturali
  • CO2 (anidride carbonica)
  • GH (Semplificando ci da la somma di Calcio e Magnesio, e qualche altro minerale che possiamo considerare trascurabile)
  • Conducibilità (sostanze disciolte in acqua, non ci dice quali sostanze ma ci permette di capire se queste sono in quantità elevata o meno, e se sono aumentate o diminuite nel tempo)
  • Acqua d’osmosi
  • Nitrati (sostanza potenzialmente tossica per i pesci)
  • Fosfati (sostanza potenzialmente tossica per i pesci)
  • Fondo dell’acquario
  • La luce erogata dalle nostre lampade

La temperatura per le piante

La temperatura per le piante è un aspetto poco interessante. Evitiamo comunque temperature troppo alte se possibile perché alcune piante non le sopportano.

Il pH e le piante d’acquario

Il pH indica l’acidità dell’acqua. Indicativamente senza fare modifiche ai valori chimici il pH che possiamo aspettarci dall’acqua di rubinetto della maggior parte delle città italiane è circa 7,5-8 e corrisponde ad una conducibilità elevata. In questa situazione possiamo mirare ad una fertilizzazione blanda o anche evitare totalmente la fertilizzazione.
Se invece vogliamo risultati migliori dovremo far scendere il pH a circa 6.5-7.

Il KH e le piante

La spiegazione di cosa sia il KH non ci interessa ora, quello che ci interessa è che il KH influenza il pH, vediamo come.

Un KH alto blocca i valori del pH e possiamo aspettarci un pH che varia tra 7.5 ed 8. In questo caso gli acidificanti sono poco influenti e li sconsiglio.

Un KH tra 4 e 8 ci permette buoni cambiamenti di pH con la CO2 e per le piante è un valore ideale e possiamo anche valutare una fertilizzazione spinta.

Un KH 3 o 4 comincia ad essere leggermente più difficile da gestire, in questa situazione gli acidificanti la fanno da padrone e possono facilmente modificare il pH. Cambiamenti troppo repentini e sbalzi di pH sono dannosi per piante e pesci quindi con un KH inferiore a 4 bisogna evitare la CO2.

Gli acidificanti naturali

Foglie di catappa, foglie di castagno, legni di castagno, ed altri acidificanti naturali scuriscono l’acqua rendendo le luci meno efficaci. Questo non è l’ideale per le piante ma possiamo comunque scegliere piante facili senza fertilizzazione. Soprattutto se vogliamo simulare ambienti naturali. Evitiamo invece gli acidificanti naturali con una fertilizzazione spinta.

La CO2 in acquario

La CO2 è un acidificante che ci permette di gestire il pH.
La CO2 è una fonte di carbonio per le piante acquatiche, che si nutrono di questo carbonio per poter crescere.

Ma ricordiamoci che la CO2 è anche diossido di carbonio, conosciuto da tutti in quanto legato alle problematiche dell’inquinamento atmosferico. La CO2 è anche pericoloso per la salute se respirata in dosi elevate. Il diossido di carbonio (CO2) riduce la capacità del sangue dei pesci di trasportare ossigeno con conseguenze anche letali. Una prolungata esposizione ad elevate concentrazioni di CO2 può causare danni irreversibili agli organi interni.

Normalmente la CO2 si forma in acquario naturalmente, a causa della respirazione dei pesci (più pesci ci sono e maggiore è la CO2 presente) e a causa di altri processi biologici o chimici. Per una fertilizzazione spinta la CO2 che si forma in acquario non è sufficiente.

In un acquario dove si decide di non fertilizzare o con una fertilizzazione blanda non è necessario aggiungere CO2, ma potremmo comunque erogarne una piccolissima quantità per integrarla o per migliorare il pH.

Secondo Tropica (nota ditta produttrice di piante per acquario) le piante facili hanno bisogno di una quantità bassa di CO2 (circa 3-4 mg/litro), le piante di media difficoltà hanno bisogno di una quantità media di CO2 (circa 5-14 mg/litro), le piante difficili hanno bisogno di una quantità elevata di CO2 (circa 15-25 mg/litro).

Detto ciò potremmo considerare una quantità di CO2 di 10-15 mg/litro un buon compromesso in presenza di pesci per favorire le piante senza rischiare la salute dei nostri amati. Mentre in un acquario senza pesci dove non rischiamo di causare sofferenza agli esseri viventi possiamo pensare di arrivare a 20-25 mg/litro di CO2 e divertirci con piante difficili ed una fertilizzazione molto spinta.

Compito dell’acquariofilo è quello di scegliere una quantità di CO2 che non sia tossica per i pesci, che sia sufficiente per le piante, che non ci sbilanci eccessivamente il pH. In caso di pesci con guance rosse o che vanno in superficie a boccheggiare bisogna immediatamente spegnere la CO2 ed aggiungere un aeratore, perché potrebbe essere il sintomo da avvelenamento per eccesso di CO2.

Come si misura e si eroga la CO2

Sentiamo in continuazione parlare di bolle quando ci si riferisce alla CO2, ma le bolle sono diverse da un impianto all’altro e quindi non ci si può confrontare con questo valore, due impianti diversi potrebbero erogare lo stesso numero di bolle ma poi nella realtà avremmo due valori diversi di CO2. Per questo motivo la cosa più intelligente da fare è utilizzare la tabella pH-KH-CO2.

Nella tabella per la lettura della CO2, basta misurare i valori di KH e pH e confrontarli per avere il nostro risultato. Questa tabella è stata rivisitata da me inserendo i dati di ricercatori affermati che hanno studiato l’effetto della CO2 sulla salute dei pesci.

Le bolle della CO2 non servono a nulla?
Non è esattamente così, le bolle sono utili per capire se stiamo aumentando o diminuendo il dosaggio della CO2 del nostro impianto, quindi andiamo a creare in un quadernino la nostra pagina della CO2 dove ad ogni modifica andremo a scrivere i nostri valori (data / KH / pH / mg/litro di CO2 preso dalla tabella / numero di bolle), e se vogliamo aumentare la CO2 basta aumentare il numero di bolle, viceversa le ridurremo per diminuire la CO2.

Facciamo fede alla tabella, utilizzando le bolle del conta-bolle soltanto per capire se stiamo aumentando o diminuendo, mentre la tabella deve rimanere il nostro punto di riferimento.

Un impianto professionale con bombola ricaricabile e riduttore di pressione permette di risparmiare e recuperare in un paio d’anni il costo rispetto ad altri impianti usa e getta. Con un impianto professionale riusciamo ad erogare in modo costante sempre la stessa quantità di CO2, il costo è solo iniziale perché le ricariche costano pochi euro ogni 1-2 anni. Puoi approfondire la tematica sulla CO2 nell’articolo che spiega i valori dell’acquario.

Tabella CO2 acquario

Il GH e le piante

A livello di fertilizzazione il GH ideale per le piante solitamente è circa 8 ma può variare leggermente.

Conducibilità elettrica

La conducibilità elettrica (EC) ci indica indirettamente la quantità totale delle sostanze in acqua senza dirci quali siano queste sostanze e in che proporzione. Viene misurata in microsiemens (simbolo µS/cm). La misurazione avviene attraverso uno strumento chiamato conduttivimetro.

Per le piante il valore medio ideale è di circa 400 µS/cm (microsiemens). Per ottenere il giusto valore dobbiamo mescolare acqua osmotica (che ha conducibilità di circa 5-10 µS/cm) con acqua di rete.

Acqua d’osmosi

Si tratta dell’equivalente dell’acqua demineralizzata utilizzata per il ferro da stiro. Mescolando acqua d’osmosi all’acqua di rubinetto (o dell’acquario) andiamo a ridurre la conducibilità e quasi tutti gli altri valori.
Utilizzate un conduttivimetro per assicurarvi che l’acqua d’osmosi acquistata sia buona (conducibilità 10-30 us circa)

Nitrati e Fosfati

Nitrati e fosfati sono sostanze nutrienti per le piante ma tossiche per i pesci, quindi bisogna regolarli con accuratezza.
Consideriamo anche che spesso l’acqua di rete è ricca di fosfato e questo comporta che si deve provvedere a ridurlo perché le piante non riescono ad assorbirlo tutto. I valori ideali di nitrato sono circa 5mg/l e di fosfato di circa 0,5mg/l.
Purtroppo i test di nitrati ma soprattutto di fosfati hanno difficoltà a misurare in modo corretto questi valori soprattutto se li integriamo con la fertilizzazione. Detto ciò, consiglio di effettuare cambi d’acqua regolari per evitare gli eccessi (anche di altre sostanze che in quantità eccessive diventano tossiche).
Una soluzione considerata dai più efficace è quella di utilizzare tester di nitrati e fosfati della stessa marca dei fertilizzanti utilizzati.

Il fondo dell’acquario

Il fondo dell’acquario deve essere adeguato per le piante, Esistono i fondi allofani che però si sfaldano facilmente e quindi hanno una durata relativamente breve, inoltre necessitano di una buona comprensione della chimica per evitare di causare sbilanciamenti nei valori. Se non ne sapete abbastanza meglio evitarli, non saranno i consigli altrui a farvi evitare errori talvolta irreversibili.
Qualora voleste utilizzare un buon fondo allofano consiglio il Fluval che da ottimi risultati ad un costo accessibile.

Il fondo di sabbia ultra-fine non è molto frequente e spesso lo si utilizza in acquari amazzonici senza piante radicate sul fondo (quindi con piante galleggianti e piante epifite); in tal caso bisogna utilizzarne uno strato di un paio di cm o poco più. Per strati più spessi possiamo abbinarlo a Cryptocoryne o Echinodorus che con le loro radici ossigenano sil substrato limitando al minimo le zone anossiche. Possiamo aiutare queste piante con Fluorish tabs Seachem.

Se la sabbia fine non fa per noi possiamo utilizzare della sabbia normale. Granelli da 1 mm fino ad un massimo di 2 mm sono buoni per le piante, evitate invece a qualsiasi costo la ghiaia da 2-3 mm, perché troppo grossolana e contrasta lo sviluppo delle radici.
Possibilmente i granelli di sabbia devono essere arrotondati e non spigolosi perché sarebbero taglienti e danneggerebbero le radici. Possiamo abbinare tranquillamente un fondo fertile anche in questo caso, anzi sicuramente il fondo fertile ci farà ottenere ottimi risultati.
In seguito all’utilizzo del fondo fertile consiglio una integrazione con Seachem Fluorish tabs circa 3-4 volte l’anno. Qualcuno consiglia l’utilizzo delle Seachem Fluorish tabs al posto del fondo fertile perché dovrebbero garantire risultati migliori.

Repetita iuvant: Purtroppo in negozio la sabbia (o ghiaia) viene spesso fornita in granuli da 2-3 mm o superiori che non funziona molto bene perché rende difficoltosa la crescita delle radici. Inoltre spesso questi granuli (come nel caso del ghiaietto ceramizzato) sono anche spigolosi e lacerano le radici. Cercate di trovare quella da 1-1,5 mm che è più performante.

La luce per le piante

I Kelvin indicano il calore della luce e la sua tonalità e viene espressa nell’unità Kelvin (K). Ad un numero di Kelvin più basso corrisponde una luce più calda e più gialla (esempio 3000-4000 Kelvin, mentre ad un numero di Kelvin più alto corrisponde una luce più fredda e più chiara (dai 6000 Kelvin in su).

Potendo scegliere le lampade andremo su una lampada da 4000-6000 Kelvin ed una da 6000-8000 Kelvin, se invece non abbiamo scelta per un acquario spinto dedicato alle piante andiamo sui 6000-8000 Kelvin

I Lumen indicano quanto è potente la nostra illuminazione. Consideriamo un minimo di 20 Lumen/litro per un acquario con poche pretese, fino ad un massimo di 60-80 Lumen/litro per acquari molto spinti.
I Lumen/litro si ottengono facendo la somma dei Lumen di tutte le lampade e dividendo il totale per i litri effettivi dell’acquario.

Le piante come i pesci hanno bisogno di una luce di molte ore, spesso anche 10-13 ore di luce. Lasciare le lampade accese per 13 ore possono essere però la causa di alghe. Iniziamo da 7 ore impostate con un timer ed aumentiamo di mezzora ogni 1-2 settimane fino ad arrivare a 8-10 ore. Le famose 13 ore possono essere raggiunte tra luce dell’acquario e luce dell’ambiente dove l’acquario è posizionato.
Ad esempio: diciamo che la stanza si illumina dalle 10:00 di mattina in poi. Noi accendiamo le luci dell’acquario dalle 13:00 alle 23:00. Quindi avremo 3 ore di luce ambientale dalle 10:00 alle 13:00 più 10 ore della luce della vasca dalle 13:00 alle 23:00. Il totale sarà quindi di 13 ore, ma solo 10 ore saranno effettivamente potenti, mentre le altre 3 ore saranno l’equivalente dell’alba o del tramonto.

La fertilizzazione spinta

  • Luce di circa 40-60 lumen/litro fino ad 80 lumen litro nei casi più spinti per circa 10 ore
  • Conducibilità circa 400 µS/cm
  • Eroghiamo 10-15 mg/litro di CO2 e se in assenza di pesci possiamo arrivare anche a 25 mg/litro.
  • Aggiungiamo fuorish tabs seachem ogni 3 mesi
  • Dosiamo potassio 2-3 volte a settimana (seachem)
  • Dosiamo ferro 1 volta ogni 15 giorni (seachem)
  • Dosiamo nitrato di potassio seachem ogni 15 giorni (a 7 giorni di distanza dal ferro) fino ad ottenere un massimo di 5 mg/l in vasca
  • Dosiamo fosfato di potassio seachem ogni 15 giorni (a 7 giorni di distanza dal ferro) fino ad ottenere un massimo di 0,5 mg/l in vasca
  • Utilizziamo Fluorish excell in piccole quantità soltanto se abbiamo problemi di alghe, spruzzando con una siringa direttamente sulle alghe. Altrimenti possiamo evitarlo. Per una maggiore efficacia il Fluorish Excell lo somministriamo in assenza di corrente così rimane più a lungo vicino l’alga che vogliamo uccidere. Quindi a filtro spento spruzziamo e dopo 10 minuti possiamo riattivare il filtro.

La fertilizzazione blanda

  • Utilizziamo un fertilizzante base di marca medio buona evitando tutti quelli economici (Io consiglio Seachem Fluorish).
  • Luce di circa 30 lumen/litro per circa 8 ore
  • Conducibilità circa 400 µS/cm
  • Utilizzo di CO2 molto moderato, o in alternativa Seachem Fluorish Excell (Il Fluorish excell non è altro che un disinfettante, anche se indirettamente fornisce carbonio alle piante come la CO2. Quindi non bisogna esagerare, anzi un dosaggio dimezzato va più che bene.
  • In caso di alghe il Fluorish Excell può essere spruzzato direttamente sulle alghe come spiegato nella fertilizzazione spinta qui nel paragrafo precedente.
  • Aggiungiamo fluorish tabs seachem ogni 3-4 mesi
  • Evitiamo pratino e piante rosse che necessitano di una fertilizzazione spinta.

La non fertilizzazione

Molte persone scelgono di non fertilizzare, le piante possono crescere ugualmente bene se utilizziamo specie come Vallisneria, Cryprocoryne, Limnophyla sessiliflora, Najas guadalupensis, Ceratophyllum ed altre ancora.
Luce di circa 20-30 lumen/litro va più che bene.
La CO2 viene fornita dalla respirazione dei pesci, i nutrienti arrivano dalle feci dei pesci (soprattutto in concomitanza con l’utilizzo di mangimi di alta qualità) e dai cambi d’acqua.
Nitrati e fosfati devono essere prossimi allo zero.

Anche se sto parlando di “non fertilizzazione” ritengo che le fluorish tabs della seachem ogni 4-6 mesi possano essere un ottimo aiuto per le piante a cespuglio come le Cryptocoryne o le Echinodorus che però devono avere anche un fondo non troppo grossolano e tagliente per dare risultati.
La conducibilità ideale è 400 µS/cm ma con pesci che tollerano acqua più dura possiamo arrivare anche a 600-700 µS/cm

La non fertilizzazione è anche la soluzione più semplice per chi vuole ricreare dei biotopi naturali dove cerchiamo di ottenere valori (soprattutto la conducibilità) ideale per pesci che hanno bisogno di valori non standard. Permette ugualmente di ottenere acquari molto belli. Anche se decidiamo di non fertilizzare non possiamo non sapere come funziona un acquario, quindi ricordiamoci di leggere cosa sono i valori di un acquario e come funzionano.

Acquario al buio

Ho inserito qui questo approfondimento perché oggi finalmente lo considero come un alternativa e non come una costrizione.

Sentiamo spesso parlare di piante facili che non hanno bisogno di fertilizzazione o che vivono con poca luce. Sembra quasi un vorrei ma non posso, del tipo: “ciao amici ho un acquario da due soldi cosa ci metto dentro?”

Ebbene un allestimento di rocce ed Anubias può diventare una creazione spettacolare. Ovviamente non ha senso farlo in un grande acquario perché è una situazione nella quale bisogna godersi i particolari, ma una vasca da 5-30 litri potrebbe essere ideale per questo progetto.
Riducendo la luce per contrastare le alghe che di solito si formano sulle piante come le Anubias l’acquario resterà sempre pulito. Per ridurre la luce possiamo anche utilizzare acqua ambrata o piante galleggianti come Salvinia minima, Penso ad esempio ad un acquario per un betta, che potete vedere nell’articolo sul pesce combattente LINK DA INSERIRE.

Link esterni

Valori ideali dell’acquario d’acqua dolce, una guida a come gestire i valori dell’acquario nel rispetto dei pesci che ospitiamo

Le alghe in acquario, una guida alle alghe più conosciute e come combatterle

Le mie guide sull’acquario d’acqua dolce

Link esterni

Canale youtube di Filipe Oliveira dal quale ho imparato molto sulla fertilizzazione, da lui ho imparato che una fertilizzazione spinta non vuol dire per forza potare tutti i weekend ed immettere tonnellate di schifezze in acquario.

Video di Filipe Oliveira sui prodotti Seachem